Le nostre creazioni

TRAFITTO DA                  UN RAGGIO DI SOLE

In questo lavoro si ha tutto il senso della vita, che viene paragonata ad un raggio di sole, che illumina e porta gioia, ma che trafigge allo stesso tempo l'uomo, ferendolo, nel momento in cui porta dolori e dispiaceri. Il raggio di sole è metafora di vita e felicità, che si trasforma in un'arma, poiché la speranza di appagamento lascia presto il posto alla cocente delusione,in una vita che oscilla come un waltzer, continuamente tra l'attesa della felicità e il dolore. Vita e morte, inizio e fine, il giorno e la notte simboli che racchiudono il significato dell'esistenza. Una poetica fatta di due colori il giallo e il blu che racchiudono il dualismo tra luce e buio, un lavoro introspettivo a tratti comico e divertente, una sorta di tragicommedia che è un tratto distintivo della nostra contemporaneità. Una storia che racconta la complicità tra gli opposti, una continua ricerca di equilibrio tra le parti, zone fredde in cui la solitudine, la pena del vivere, la brevità delle illusioni, lo smarrimento ingabbiano le proprie sicurezze emotive; zone calde dove la leggerezza, il puro entusiasmo, l'armonia dei corpi, la bellezza inducono ancora ad un'affamata speranza. Ognuno ha un proprio mondo dentro di sé, il problema è riuscire a farsi spazio nel mondo fuori da noi stessi, così da guadagnarsi il proprio posto sicuro, sotto il sole - e perché no! - proiettare e trafiggere con raggi di sole lo spazio circostante!

 

Il linguaggio diretto e visionario trascina il pubblico in uno spettacolo evocativo che suscita emozioni e lo accompagna in un viaggio che non si distacca mai dalla realtà.


UNIVERSOLALTRO

La luna è molto più che l’unico satellite del nostro pianeta, è un grande mistero in molti sensi. “Passeggia” come se niente fosse accanto a noi ed è lì, ogni notte, mostrando la sua faccia. Le maree, ad esempio, vengono influenzate dalla luna, ma lo sono anche i nostri desideri, i nostri istinti e il nostro umore. La compagnia CREATE DANZA, a tal proposito, trae spunto da questa tematica, creando una piece che racconta tutta la sensibilità e il fascino per l’universo che circonda il nostro pianeta terra. La luna come simbolo, come notte che ci guida nella nostra intimità e solitudine, rendendoci spesso più fragili e vulnerabili e lascia spazio ai nostri pensieri più puri. Un lavoro universale sulla capacità di scoperta che porta i danzatori a comprendersi, ad accettarsi e accudirsi l’un l’altro, un’azione coreografica senza tempo sui notturni di Fryderyk Chopin. Un omaggio ai 50 anni dal primo allunaggio.


SILENZIO A DUE VOCI    Procne e Filomela

La storia di Filomela, la principessina ateniese violentata e poi mutilata della lingua dal cognato Tereo, è forse la più sanguinaria di tutta la mitologia greca. Lo stupro, e poi la cieca brama di vendetta che lo stupro scatena nella vittima, sono rappresentati in tutta la loro ferocia. Cosa non frequente nell’ambito delle leggende e dei miti greci, che rappresentano con molta leggerezza, perfino con ironia, le imprese di “eroi” (principi, re, anche dei) intenti a persuadere, ingannare e violare ignare e indifese fanciulle. Quasi lo stupro fosse un peccatuccio veniale di cui sorridere, un po’ compiaciuti.Soltanto la lunare e ombrosa Artemide, la Diana dei romani, s’impegna a vendicare le vergini a lei consacrate e violate 


CRUDA CARNE

Un amore fortemente idealizzato, segnato da contraddizioni: la tenerezza e l’odio rabbioso, lo slancio ardente verso l’oggetto del proprio desiderio e la brutale lacerazione dell’altro, la passione vivificante e il gesto mortifero. Il sentimento amoroso e l’atto violento si compenetrano da sempre, sono intrecciati al punto da serrarsi in un nodo inestricabile che costituisce il “fattore molesto” della civiltà. Viene espresso chiaramente il concetto di unione e separazione attraverso l’uso degli arti, protesi ma non del tutto, in segno di scarsa fiducia. Un amore segnato dalla violenza carnale quasi giustificata e per questo non condannata. La presenza costante di una R-Esistenza che implica al contempo un’enorme forza per poter respingere colui che in quel momento rappresenta il male; una forza ricercata nel movimento del proprio corpo, fermo ma incerto, rapido ma allo stesso tempo rallentato. Un insieme di sfumature esaltate dalla musica, da sguardi intensi, gesti inconsapevoli dettati dall’urgenza della circostanza, forti emozioni suscitate dall’esigenza di voler a tutti i costi continuare ad esistere. Bisogna saper R-Esistere per poter Esistere. Un sentimento di rivalsa nei confronti della vita stessa, non pregno di odio e di rancore ma di una volontà di sentirsi finalmente liberi.


Terra - La madre

Il mediterraneo: il mare nel mezzo, di flutti di rabbia, di odio, di sangue e d’ amore. Centro di infinità di culture, del bene e del male, del vecchio e del nuovo, del bianco e del nero. Una natura che r-esiste e reagisce nonostante al di là della maschera e che spezza, spacca e divelle ciò che non gli appartiene, rimpossessandosi dei suoi figli: l’uomo. Natura, natura madre, terra, terra di mezzo, tra l’anelito del Dio e l’abbraccio della Madre, tra ciò che si vorrebbe essere e ciò che realmente si è, tra ciò che ci si impone e ciò che si possiede. I confini, il rapporto con la terra, una madre distrutta e dimenticata spesso dai suoi stessi figli.   


Neo - l'imperfezione

La completa accettazione dell’apparire come nuovo essere. La negazione di tutto ciò che la società reputa abietto e meschino in favore di un soffocamento della propria naturalezza e naturalità. Un disconoscere le proprie pulsioni primordiali, fatte di amore e passione, dell’amore più ancestrale, per un qualcosa di artificioso e freddo come la perfezione bionica.  Tra Eros e Tanathos, Amore e Morte. Rinascita. Dell’uomo nuovo, memore dell’esperienza fallace di un mondo asettico e sterilizzato, in grado di tornare all’archè con una coscienza nuova, che ama e difende se stesso, anche se errato ed errante. Una maschera che cade, frantumandosi in mille pezzi, per scoprire il volto più bello, al di sopra del bene e del male: quello dell’imperfezione.  


HUNDRED-DEBUSSY          Simbolo e bellezza

Un grande omaggio al compositore Francese Claude Debussy per il centenario dalla sua morte. La musica è una matematica misteriosa i cui elementi partecipano dell’Infinito, essa è responsabile dei movimenti delle acque, del gioco delle curve descritte dalle brezze mutevoli. Niente è più musicale di un tramonto. Per coloro che sanno guardare con emozione, la più suggestiva delle musiche è la natura. Debussy ci regala il suo “Impressionismo” traendo ispirazione dalla natura osservandola con occhi semplici, con la sua foresta di simboli sciolta dalle regole artificiose della metrica del tempo. Le impressioni diventano suoni, i suoni diventano danza. Una danza onirica, un movimento essenziale, diretto, trasparente, stringato, privo di costrizioni in una continua ricerca d’innovazione. Una poetica fatta di “colori”: effetti timbrici inaspettati, combinazioni armoniche ardite, dissonanze sospese, sonorità rarefatte, timbri mutevoli, emozioni esaltate dal suono, da gesti e da uniche suggestioni corporee.